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23 gennaio 2015 “Il Sole 24 ore”

Dalla Cina alle Marche: Joycare scommette sull’elettromedicale e riporta la produzione in Italia

Chiaravalle (Ancona) – Troppo alti i costi della logistica e troppo scarsa la flessibilità produttiva. Così, alla ricerca di una maggiore qualità, un’altra azienda, Joycare spa, sede a Chiaravalle, in provincia di Ancona, torna sui propri passi e riporta la produzione in Italia, a dispetto del maggior costo della manodopera rispetto a quello dei Paesi asiatici.
Joycare, che opera nel settore dei piccoli elettrodomestici e dell’elettromedicale, sta smobilitando in Cina e in Vietnam. Le nuove frontiere per un piano di crescita ambizioso – con la previsione di un fatturato di 50 milioni di euro nel 2016 – si sono aperte adesso in Italia. Il primo banco di prova del nuovo corso di una produzione al 100% made in Italy è stato un prodotto innovativo, un termometro a infrarossi che in pochi mesi, l’anno scorso, ha generato da solo il 15% del fatturato.

Joycare è un’azienda piccola, con un volume d’affari che attualmente si aggira intorno ai 12 milioni. Ma ha un piano di sviluppo nel quale l’investimento in innovazione e ricerca ha un ruolo strategico. “Solo l’anno scorso – spiega l’amministratore unico Daniel Rizzo, alla guida dell’azienda da cinque anni – abbiamo investito ben tre milioni in nuovi prodotti, di cui circa mezzo milione in R&S. La gamma della nostra offerta si rinnova di continuo, nel giro di tre anni tutti i nostri prodotti vengono sostituiti con altri nuovi”.

Oggi questa piccola impresa di Chiaravalle che ha deciso di giocare le proprie carte sul reshoring, riportando a casa la produzione, corre verso una crescita accompagnata anche da un piano di assunzioni: circa un ventina entro il prossimo anno, tra ricercatori, operai, esperti di marketing. Attualmente conta 16 addetti a quali si aggiungono 60 agenti che costituiscono la rete commerciale, in Italia e all’estero.

La domanda da oltreconfine, prevalentemente dai paesi del Medio Oriente e dell’Est Europa, assorbe il 70% della produzione. L’obiettivo ora non è solo quello di consolidare i presidi ma anche di entrare in nuovi mercati, scommettendo sulla qualità e sul made in Italy. Una sfida che già l’anno scorso ha dato i primi risultati, portando al raddoppio del fatturato. Con il piano di sviluppo l’azienda ha puntato su una fascia di mercato medio-alta, e su nuovi settori, con prodotti destinati alla prima infanzia e al beauty professionale, ridimensionando la produzione e l’investimento nel canale dell’elettrodomestico (che prima costituiva il 97% del suo mercato) e lanciando quattro nuovi marchi.

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